VERSIONE ITALIANA

Siamo migranti nel contesto intraeuropeo.

Nel dettaglio la nostra condizione ci appare come una migrazione esistenziale non scandita da confini o recinti burocratici, è il fenomeno di risposta alla crisi economica e sociale di coloro che fuggendo in questa metropoli, Berlino, hanno compiuto un tentativo di autodeterminazione.

Il nostro trans-nazionalismo e la nostra comune condizione di migranti non fanno richiamo ad alcuna appartenenza nazionale ma bensì a una condizione sociale. Questo luogo ci appartiene, lo riconosciamo come punto di arrivo o passaggio e lo vogliamo compartecipare e segnare.

Siamo consapevoli dell’esistenza di movimenti all’interno della “Fortresse Europe”che hanno spinto e condizionato i nostri spostamenti, al di là della nostra volontà, secondo le logiche della mercificazione umana o della repressione del dissenso.

La nostra azione sarà rivolta a disinnescare anche questo possibile meccanismo.
Siamo anticapitalisti perchè il capitale sfrutta il movimento, limita le scelte, annichilisce i desideri.
Spostiamo quindi la nostra attenzione sui processi politici in quanto per noi innanzitutto
esistenziali e quindi la nostra pratica politica tenderà alla valorizzazione delle differenze.
Consci dei vizi dello scientismo, lo strumento politico di cui ci appropriamo come fondamentale è l’inchiesta di una realtà che riconosciamo come molteplice, articolata e contraddittoria.
Non accettiamo la violenza delle logiche democratiche, decidiamo in base al consenso
partecipato.

Mutualismo, cooperazione dal basso ed idee per agire la città sono la base del nostro concetto di cittadinanza.
Antirazzismo, antisessismo e antifascismo sono il nostro limite di dialogo.
Le nostre pratiche sono solo collettive.
E sono dettate dalla riflessione qui ed ora perchè il nostro movimento ci ha portati qui, ora.
Per questo non siamo l’avanguardia di alcunchè siamo uno spazio di cooperazione, discussione e mutualismo.
Questo spazio sperimenterà, conseguentemente e partendo da queste riflessioni, forme di
biosindacalizzazione, cioè autorganizzazione contro la violenza del capitale, all’altezza del
presente che viviamo.
Questo spazio ha la volontà di riuscire a sviluppare modalità di relazioni e ricerca che siano sempre inclusive ed aperte.

Questo spazio vuole creare dinamiche collettive di riappropriazione della ricchezza e sperimentare forme di vita cooperativa e solidale che attraversino e si propaghino nella metropoli.

Tutto a partire dalla nostra condizione, quella di migranti, fuggiaschi, invisibili, erranti, frammentati dalla precarietà, ricomposti sotto combinazioni inedite dalle trame del desiderio e del conflitto.