Berlino ha la memoria corta.
Cosa significa “zona pericolosa” e soprattutto pericolosa per chi?
Negli ultimi mesi assistiamo in tutta Europa alla proclamazioni di stati d’emergenza, di intere aree delle grandi metropoli dichiarate a rischio, aree in cui i diritti individuali vengono sospesi, lasciando spazio ad una sempre crescente zona grigia, dove è la polizia a stabilire i criteri di azione. Questa trasformazione dello stato di diritto in stato d‘emergenza, comporta il progressivo restringimento dei diritti individuali che è, da sempre, preludio all’instaurazione di governi fortemente autoritari e di stampo dittatoriale. (rimandiamo alla lettura di questo articolo http://www.infoaut.org/…/16275-zona-grigie-che-preparano-di…)
Mentre in Francia questo avviene sull’onda degli attentati di Parigi, nel nostro amato Land il processo è decisamente più strisciante e meno sbandierato. Dallo scorso anno in diversi punti della città ci sono delle aree dichiarate pericolose, tra queste Rigaer strasse, storica via di Berlino dove sono presenti numerosi squat e abituale ritrovo della scena autonoma berlinese. In una città dove ci si interroga in parlamento su che fine hanno fatto più di 300 nazisti,nei confronti dei quali sono stati emessi mandati di arresto (aggressioni, rapine e chi più ne ha più ne metta) mai eseguiti, dove gli attacchi contro immigrati e rifugiati (anche molto gravi) sono all’ordine del giorno, la priorità di politici (anche della cosiddetta sinistra parlamentare) e del capo della polizia di Berlino è preoccuparsi di un nuovo terrorismo di sinistra, il quale stranamente non miete vittime e non procura “terrore”. Questi suddetti sceriffi della città sono unanimemente d’accordo nell’identificare ”nella Rigaer” il presunto covo di questo presunto nuovo terrorismo di sinistra. Sono mesi che gli abitanti e i frequentatori della zona vengono perquisiti, identificati e fermati arbitrariamente senza alcuna spiegazione e motivo apparente, ogni atto di difesa dei propri diritti rappresenta un pretesto per la polizia per provocare e perquisire. Ieri notte è stato il turno del 94 dove 500 poliziotti sono intervenuti per perquisire il posto nel quale hanno rinvenuto solamente un mucchietto di pietre e dei temibilissimi estintori, naturalmente sequestrati come pericolosissimi oggetti atti alla sovversione.
Ci sarebbe da ricordare che quest’estate uno squat a poche centinaia di metri è stato misteriosamente incendiato con tanto di persone e bambini dentro e nella super controllata strada nessuno ha visto niente, poche settimane prima sempre la stessa strada è stata teatro di un attacco da un gruppo di neonazisti, fermati dalla polizia solamente dopo aver avuto tutto il tempo di percorrere comodamente quasi tutta la strada e naturalmente dopo l’intervento dei compagni. Per chi non lo sapesse ,”la Rigaer” si trova nel quartiere di Friedrichshain , praticamente oramai divorato dal processo di gentrificazione, dove questi squat rappresentano l’ultimo baluardo di resistenza e di memoria di una Berlino che vogliono distruggere e cancellare, quella stessa storia che ha fatto di Berlino la città che è. La nostra domanda allora è: a chi creano problemi gli spazi autogestiti e restituiti alla città? Ovviamente alle speculazioni delle grandi immobiliari che stanno investendo milioni per la costruzione di nuovi, costosissimi appartamenti sul lato opposto della strada; le stesse immobiliari che controllano il mercato abitativo berlinese mantenendo altissimo il livello della domanda a fronte di una bassissima offerta nonostante ci siano migliaia di case vuote. Questo simpatico gioco, perpetrato sugli strati socialmente meno agiati, su migranti e rifugiati, gli ha permesso di raddoppiare nell’arco di un paio di anni i costi degli affitti. Per chi è pericolosa ”la Rigaer”, che da anni fieramente si oppone a questo processo? La risposta è scontata.
Questo stato d’ emergenza, di weimeriana memoria, che si rivive oggi in alcune zone della città di cosa è preludio? L’intera città ha dimenticato quale è stato il ruolo dell’uso strumentale delle forze dell’ordine e dei gruppi di nazisti per la salita al potere di Hitler e l’instaurazione del suo regime dittatoriale? Le zone d’emergenza tendono sempre ad allargarsi e a prolungarsi nel tempo, oggi è il turno ”della Rigaer” domani di chi sarà?
Nel 1970 Ulriche Meinoff scriveva:
« Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un’azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un’azione politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più. »
E se questo è vero per una parte, oggi si può sostenere che sia vero anche per l’altra
“se uno viola i diritti di una persona, il fatto costituisce un isolato abuso. Se vengono violati quelli di centinaia di persone, diventa un’azione politica. Se un palazzo viene rinnovato, il fatto costituisce un miglioramento per gli abitanti. Se un intero quartiere viene trasformato, il fatto costituisce una manovra economica. Se non mi oppongo vuol dire che la cosa mi sta bene. Se non resisto faccio in modo che questo stato di cose perduri del tempo.
Tutta la nostra solidarietà va ai compagni del 94 e a tutte quelle persone che ”la Rigaer” la vivono e difendono ogni giorno. Terrorista è lo Stato e chi lo difende.
Berlin Migrant Strikers